Gatti sui libri - Odio i miei gatti (una storia d'amore)
Questa settimana vi presento un libro inglese dai tantissimi pregi. Si tratta di Odio i miei gatti (una storia d'amore) di Davide Calì, illustrato da Anna Pirolli e tradotto da Federico Taibi, edito in Italia per Gallucci ed entra nella rassegna di Gatti sui libri a pieno titolo e immediatamente dopo il suo acquisto.
Sulla quarta di copertina è consigliato dai 5 ai 99 anni e viene dichiarato essere Un libro per gattofili, gattomani e gattodipendenti. Ed è vero perché questo è un libro che racconta la relazione tra un illustratore e i suoi gatti, Ginger e Fred. Una storia d'amore? Sì, ma sui generis.
L'originalità di Odio i miei gatti sta nel fatto che la narrazione ruota tutta attorno al rapporto ambivalente che l'artista ha con i suoi gatti, che è una qualità di tantissime relazioni uomo-gatto che mi capita di incontrare, anche nelle mie consulenze.Ginger e Fred vengono presentati nelle loro piccole grandi manìe quotidiane ed è chiaro che l'autore li pensa come animali piuttosto indecifrabili, assolutamente anarchici, alieni che fanno cose strane e imperscrutabili - come giocare coi piselli o parlare con i piccioni - , a tratti anche irritanti - come dormire sulla biancheria pulita, rigorosamente bianca o dormire sul giornale negandone la lettura -. Nel fluire del racconto è possibile cogliere tutta la distanza tra il comportamento felino e l'osservatore umano che non riesce a spiegarsi fino in fondo le pose e la psicologia dei suoi gatti. Senza giudicarli apertamente, assiste e descrive tutte queste presunte bizzarrie con un velo di ironia ma anche un certo compiacimento - tipico di ogni gattofilo che si rispetti - nel venire un po' soggiogati dall'anarchia felina. D'altra parte, l'autore non si nasconde dietro un facile sentimentalismo, anzi. Ci racconta anche i momenti di rottura, l'esasperazione che a volte può dare vivere con delle creature così inafferrabili, restìe ad ogni forma di controllo, capaci di vivere l'ambiente umano con una creatività tale che la nostra razionalità, appunto, fatica a decifrarne il codice. E allora a volte capita che gli schemi saltino, capita che ci si arrabbi e si urli e dopo questo - dopo la rottura emotiva con i gatti - governi solo il silenzio e l'immobilismo. Come se non esistesse vita senza gatti, malgrado tutte le malefatte che possono rendere faticoso viverci insieme. Ma quanto dura la rottura? Il tempo di un pomeriggio, quello necessario a ritrovare la calma e rientrare tutti nelle proprie routine, in quella dimensione domestica così nota fatta di piccole abitudini consolidate nel tempo che danno serenità, fanno sentire a casa. Le relazioni, con i gatti, si riallacciano nella familiarità dei gesti, delle routine che si ripetono, per tornare ad un clima in cui l'uomo, malgrado dichiari di "odiare i gatti", tutto sommato ama esserne ironicamente soggiogato. E' un bellissimo ritratto - peraltro per voce maschile, una rarità! - di una delle caratteristiche tipiche della relazione con i gatti, ovvero il piacere che ne traiamo a ritenerli ancora quelle piccole divinità celebrate dagli Egizi: insondabili perché divini e irritanti perché egemoni su di noi.
Sono cambiati i tempi e le abitudini ma, tutto sommato, siamo ancora ai loro piedi, li sentiamo lontani come déi ma agoniamo la loro vicinanza e la loro presenza.E' un libro di un'ironia sfacciata, in cui i gatti fanno i gatti eppure questo basta a riempire la narrazione, come a confermare che con loro non serve inventare niente di culturalmente artefatto, è sufficiente descriverli per ciò che sono per avere qualcosa di interessante da dire. Il testo è molto breve e si fonde alla perfezione con le immagini a tutta pagina in cui è letteralmente impossibile non riconoscersi e non riconoscere i propri gatti. Questo è un altro pregio del libro: con poche parole ma accompagnate da illustrazioni evocative, riesce a stimolare un mondo di ricordi, di appartenenze, di vissuti. Chiunque potrà incontrare una pagina ed esclamare: "questo lo fa anche il mio gatto!". Mia figlia, che cinque anni deve ancora compierli, lo ha eletto ad uno dei suoi libri preferiti perché, essendo così vicino a quel che vive in casa, la coinvolge, la intenerisce ma la fa anche tanto ridere. E' un bellissimo regalo per i bambini che amano i gatti ma anche per gattofili incalliti: lo consiglierei soprattutto a coloro che hanno bisogno di vivere con più leggerezza la loro relazione di accudimento, sia perché eccessivamente controllanti nei confronti del comportamento dei mici di casa, sia perché morbosamente immedesimati, fusi con le loro esistenze. Per imparare che i gatti sono un mondo che possiamo osservare solo da fuori e ci concedono sprazzi di connessione da cui possiamo trarre godimento e piacere solo se riusciamo a rinunciare all'idea di controllare e di capire tutto.