La soglia di Morgan
di gatti, di scienza e di altre ibride relazioni
di gatti, di scienza e di altre ibride relazioni
Stamattina Darwin, la mia tigrotta di 10 mesi, mi ha raggiunto sul divano, avvicinandosi a me con quel fare un po’ interrogativo, un po’ assertivo, un po’ invadente, un po’ inquieto, un po’ curioso. L’ho accolta grattandole le testa che lei ha tirato su, chiudendo gli occhi. In quel gesto ho subito rivisto Kleo, a quando anche lei faceva quell’espressione tra il piacere godurioso e il relax.
Prosegui la lettura...Sono sempre stata dell’opinione che un educatore cinofilo, un istruttore, un medico veterinario comportamentalista, un consulente come me, al di là dell’offrire servizi di aiuto abbia anche il dovere di essere un mediatore culturale per avvicinare il pubblico a quelle che sono le esigenze taciute degli animali e sensibilizzarlo ad una convivenza più responsabile e consapevole.
Prosegui la lettura...È da anni che la letteratura inglese ci mette in allarme riguardo all'utilizzo del puntatore laser per fare giocare il gatto. La tesi più accreditata - a quanto leggo, ancora oggi - è che sia frustrante per il gatto non terminare la sequenza predatoria, cioè non "acciuffare nulla" alla fine della rincorsa, e questo porterebbe allo sviluppo, poi, di stereotipie e comportamenti ossessivi. Molti comportamentalisti inglesi suggeriscono di far trovare al gatto del cibo o un giocattolo alla fine della sessione, in modo da lui possa ottenere una gratificazione finale, dopo tanto correre.
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